giovedì 22 dicembre 2011

Chi forma i professori


“… sono convinto che è lo studente che forma il professore”.
In un’intervista “alfabetica” concessa al Corriere del Mezzogiorno per i suoi ottanta anni, Biagio De Giovanni* svela piccole sorprese – non sapevo del suo amore per il gatto Katamì-Ciottolino “ un compagno straordinario di straordinaria ostinazione esistenziale. E’ un animale filosofico che segue i principi della libertà e della legge. Un Socrate con la coda” né per le zeppole “enormi, anzi ciclopiche, soffici, bollenti, coperte di zucchero” dello Chalet Ciro a Mergellina – e dice, come sempre, tante piccole cose intelligenti sulla politica e dintorni. Per esempio, sui partiti, “che sono finiti e non rinasceranno. (…) Quando ognuno sta a casa sua e si collega a internet vuol dire che quella comunità di vita che i partiti di massa rappresentavano è definitivamente chiusa”. E sull’emergenza: “Ne siamo tutti coinvolti, e per me implica qualcosa che mi tocca intimamente, avendo per anni messo l’Europa al centro della mia attenzione. E oggi l’Europa è avvolta in un circuito molto negativo, addirittura dissolvente”. E sull’insegnamento, come da frase citata all’inizio, che condivido in pieno.
Dal mio particolare angolo visuale, gli anni scolastici si distinguono in meno e più difficili.
Nei primi, sembra che un vento leggero sostenga l’andare avanti. Nei secondi, la tempesta dei giorni fa imbiancare i capelli, ma lucida i pensieri.

*tantissimi auguri, prof.

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