martedì 17 luglio 2012

Santi, lavoro e vacanze


Il Consiglio regionale della Calabria ha votato oggi all’unanimità contro la soppressione di due sue Province, prevista da un decreto governativo in via di approvazione. E c’è stata, sempre oggi, un’ampia levata di scudi a destra e a manca contro l’ipotesi di accorpare le feste patronali alle domeniche.


Ha dello sbalorditivo, (e del tragico) in un contesto che richied(erebb)e un cambiamento di stile di vita del Paese (in queste stesse ore si parla a chiare lettere di un possibile “fallimento” della Sicilia), l’ancoraggio, su tanti e diversi versanti, all’esistente.

Esclusion fatta (forse) per i patronati riferiti, con vari titoli, alla Madonna, ampiamente venerata in molte località italiane – Cu terremoti, cu guerri e cu paci/sta festa si fici, sta festa si faci: così, per esempio si dice di FestaMadonna, dedicata alla Madonna della Consolazione, protettrice di Reggio (processione molto partecipata e tonnellate di panini ‘cu satizzu) – mi chiedo quanti siano i santi patroni il cui onomastico richiami in chiesa, a sentir messa e ricevere i sacramenti oppure, semplicemente, spinga ad un sussulto di identità che li faccia riconoscere come parte di una specifica comunità, i (con)cittadini che li onorano… non andando a scuola e facendo (mezza)vacanza dal lavoro.




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