domenica 30 settembre 2012

"Cara Maria.... Pier Paolo Pasolini"


 
Se fosse un film, questa potrebbe essere la prima scena…
Tanti anni fa, quando mi giunse per posta una piccola nota che diceva: “Stiamo lavorando all’epistolario di Pier Paolo Pasolini. Sappiamo che lei ha ricevuto due lettere…”, ebbi un doppio stupore. Prima di tutto non avevo mai pensato che Pasolini mantenesse un archivio così preciso della sua corrispondenza. E, in secondo luogo, non avrei mai pensato che potesse interessare ad alcuno, se non a me, quel piccolo scambio.
Diedi perciò l’autorizzazione alla pubblicazione e non ci pensai più.
 
...Seguita da lungo flash back…
Avevo appena finito il ginnasio quando accompagnai mia madre a Chianciano. Come usava allora, le avevano ordinato di “passare le acque” e anch’io ero tenuta a quel rito che occupava buona parte della mattinata; poi non c’era nulla da fare se non passeggiare per verdi viali. Alla fine di uno dei quali c’era una piccola stanza: un regno, per me. Una libreria che conteneva testi che, a Reggio, non avevo mai visto, anche se li avevo cercati. Non avevo molti soldi in tasca, ma potevo chiedere di annullare qualsiasi regalo avevano intenzione di farmi, in famiglia, per il mio prossimo compleanno, e così comprai Le ceneri di Gramsci, rimanendone stordita e affascinata e, due giorni dopo, La religione del mio tempo.
Poi continuai a leggere tutto Pasolini – insieme alla Morante, a Kavafis, a tonnellate di poesie, romanzi, saggi storici, analisi politiche, testi teologici e quant’altro – e agli esami di stato presentai una tesina sulla sua poetica, seguendo soprattutto le tracce dell’elemento “religioso” presente nei suoi versi, nei suoi romanzi e nel suo cinema. La commissione d’esami ebbe qualche sbandamento, il presidente mi sottopose ad un mezzo interrogatorio, ma mi diedero il massimo, con tanti complimenti.
 
...Per arrivare al presente…
Un’alba di fine settembre, qualche giorno fa. Cerco, su internet, quali siano le città italiane che, in occasione della Festa dei lettori organizzata dai Presidi del libro, si sono ricordate del centenario della nascita di Elsa Morante e finisco su un breve saggio di un professore di cui non so niente. Bastano le prime due righe a farmi sobbalzare: quelle parole le conosco bene, in qualche modo mi appartengono.

Il senso delle parole
Mi preme sgombrare il campo da un possibile fraintendimento e sottolineare, invece, il valore, non piccolo in realtà, di quelle poche righe (cfr.su Zoomsud Quando mi scrisse Pasolini per consigliarmi la Morante).
 
Non intend(ev)o porre alcuna attenzione su di me. L’importanza di quelle parole non riguarda me– non avrei mai scritto di quella lettera, se non me la fossi trovata inaspettatamente davanti pubblicata in un saggio – né le mie, eventuali, doti poetiche. Ma sta nell’uomo, prima ancora che nello scrittore-poeta-saggista-regista-opinionista, Pasolini.
 
Che riusciva a trovare tempo e voglia di leggere anche i componimenti di una ragazza dell’estrema provincia meridionale e, addirittura, di scriverle con una cortesia discreta e squisita. E lo faceva dando suggerimenti, la cui preziosità non sta nell’indicazione di nomi pur importanti (Morante, Kavafis, Penna), quanto, piuttosto, in quell’atteggiamento, proprio di un maestro vero, che non vuole replicanti, anzi suggerisce di allargare lo sguardo oltre la sua persona e le sue opere.
 
Che poi il prof. Leonardo Di Vasto, con quelle parole a me rivolte (che, immagino, ha tratto dall’Epistolario di Pier Paolo Pasolini, a cura di Nico Naldini pubblicato da Einaudi in due volumi, 1986 e 1988) abbia ritenuto di poter illuminare ulteriormente il profondo interesse, la reale passione che Pasolini ha avuto per la Calabria - beh, questa è un’emozione impagabile.
 
 
« “Cara Maria, ho ricevuto una letterina di tua cugina accompagnata da certe tue poesie, delle quali dovrei dare un giudizio.
Ecco: nella loro dignità hanno ancora qualcosa di acerbo, o forse per troppo amore, di pasoliniano. Non è questo un male, naturalmente, ma lascia che la poesia maturi in te, trovi la sua stagione e poi, senza fretta, mandami i risultati. Intanto ti consiglio qualche poeta splendidissimo: Penna, Kavafis; il libro di Elsa Morante: Il mondo salvato dai ragazzini. Scrivimi quando vuoi
Pier Paolo Pasolini.
Così scriveva, cortese e paterno, Pasolini, nel novembre del 1970, a Maria Franco, poetessa calabrese, precisamente reggina, alle sue prime esperienze letterarie, e le suggeriva, per non rimanere ancorata al suo mondo poetico, l’opera di Sandro Penna, Costantino Kavafis, Elsa Morante.»
 
Non è il massimo citarsi (sì, la Maria Franco sono io) ma proprio questo è l’incipit di un articolo del professore Leonardo Di Vasto presidente dell' Associazione Cultura Classica Roma-Atene su Pier Paolo Pasolini e la Calabria (lo trovate facilmente su internet).
 
Iniziò così, tanti anni fa, la mia lettura di Elsa Morante, scrittrice-poetessa tra le più grandi della nostra storia letteraria, che oggi verrà ricordata qui e là per l’Italia, nel centenario della sua nascita, nel corso della Festa dei Lettori, organizzata dai Presidi del Libro.
 
Benché, come lei stessa scrive, “io non conosco abbastanza la Calabria” Elsa Morante volle dare un’ascendenza e un’infanzia calabrese alla protagonista de La Storia, uno dei libri più discussi e venduti della nostra letteratura.
 
“… della Cosenza di Iduzza non posso che ritrarne una figura imprecisa, attraverso le memorie dei morti. Credo che già fin da allora, intorno alla città medievale che cinge la collina, s’andassero estendendo le costruzioni moderne. In una di queste, infatti, di un genere modesto e ordinario, si trovava l’angusto appartamentino dei maestri Ramundo…”
 
Il padre, “di famiglia contadina dell’estremo sud calabrese”, “le rifaceva le voci di tutti quanti gli animali: dagli uceduzzi ai leuni. E a sua richiesta le ripeteva fino a dieci volte canzoni e fiabe calabresi…” e canta alla piccola Ida Ramundo un’indimenticabile ninna nana:
Dormite occhiuzzi dormite occhiuzzi
che domani andiamo a Reggio
a comprare uno specchio d’oro
tutto pittato di rose e fiori.
Dormite manuzze dormite manuzze
che domani andiamo a Reggio
a comprare un telarino
con la navetta d’argento fino.
Dormite pieduzzi dormite pieduzzi
che domani andiamo a Reggio
a comprare le scarpettelle
per ballare a Sant’Idarella…
 
Questi due pezzi sono apparsi, in ordine inverso a questo, su Zoomsud http://www.zoomsud.it/commenti/40302-la-lettera-di-pasolini-una-piccola-storia-grandi-significati.html
 
 
 
 
 
 

1 commento:

  1. Salve Maria! Penso di essere in ritardo di un bel po' di anni ma, oltre la lettera di Pasolini, mi ha incuriosito il suo racconto personale,soprattutto la sua scelta di parlare poi, in esame, della sua poetica, con un filo conduttore (l'elemento sacro) molto interessante. È una domanda strana ma mi chiedevo se le potesse far piacere ricordarlo, e magari condividere qualcosa con me! Complimenti per le sue Conchigliette, saluti!!

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