martedì 22 gennaio 2013

Guardando "Oltre la siepe"



All'inizio ufficiale della campagna elettorale della lista Monti, sul palco, al Kilometrorosso di Bergamo, c'era anche Katia Stancato.
 
Non la conosco personalmente, ma mi è sembrato che ne emergesse la stessa immagine garbata e sanguigna, "tosta e per bene", che occhieggiava dal suo Oltre la siepe che ho avuto modo di recensire così, per Zoomsud, esattamente 11 mesi fa, il 22 febbraio del 2012:

Un libro come una boccata d’aria pulita. “Oltre la siepe” di Katia Stancato, edito da Rubbettino, raccoglie sette storie di cui sono protagonisti uomini e donne, preti e laici, calabresi di nascita e/o di scelta che, guardando al di là del confine che, nel termine leopardiano, limita la nostra visione, costruiscono, oltre la paura e gli stereotipi, ragioni di speranza.

Proprio in quel campo, il lavoro, che sembra o non esistere o essere sotto la cappa di una diffusa illegalità oppure, sic et simpliciter, colonizzato dalla ‘ndrangheta. Da mons. Bregantini, intorno a cui la Locride ha avviato l’esperienza cooperativa, alla bergamasca Giusy Brignole che, a Paola, ha valorizzato un terreno rimasto abbandonato per anni, scorrono le fatiche e i sorrisi, i problemi e le emozioni di tanti piccoli “eroi del quotidiano”, che, seguendo la bussola del cristianesimo, hanno provato e provano a creare valore sociale ed economico, trovando anche, nella crescita comune, il loro spicchio di umana felicità.

“Uomini e donne di questo Mezzogiorno – dice Katia Stancato – campioni di corsa a ostacoli, che si allenano quotidianamente. Faticano il doppio, triplo, per realizzare concretamente un progetto professionale e di vita. Dispongono di una grande ricchezza soggettiva e oggettiva che, quando è utilizzata con coraggio, intelligenza e sensibilità, produce valore. In quindici anni di lavoro al servizio di Confcooperative e poi in quest’ultimo anno da Portavoce del Forum del Terzo Settore, ho fatto i conti con grandi aspettative e visto nascere tanti progetti, curandone la realizzazione e condividendone successi e delusioni. In quest’avventura, ho incontrato centinaia di persone e scoperto un giacimento di storie che aspettano di essere portate alla luce”. Perché “il racconto non è la soluzione ma rende visibile l’esempio”.

Dal progetto Policoro al Goel, dal marchio “Cangiari”, ai quattrocento ettari di “riso del Vescovo”: tante storie di innovazione e di creatività, di recupero delle potenzialità della tradizione innestate nelle modalità dell’economia contemporanea. Si fanno belle scoperte, in questo libro. Magari – non né scritto da nessuna parte, ma ne viene di conseguenza – anche i calabresi fisicamente lontani dalla Calabria possono meglio indirizzare alcuni loro acquisti. Ma quello che resta di più dalla lettura di Oltre la siepe, sono i volti di persone dalla forza gentile, che non ignorano la drammaticità della situazione, ma vogliono trarre fuori la bellezza presente anche lì dove sembrano dominare solo disagio e difficoltà: “Sono in grado, infatti, di proporre un modello di economia diverso, in cui ricchezza materiale e morale si legano insieme. Noi, sembrano dire, operiamo per un’economia in cui le persone non sono ingranaggi ma valori di un percorso che produce soddisfazione e benessere sociale, vera ricchezza”.
 
Immagino che, dopo la sua salita in politica, la domanda su come, dai germi nuovi e positivi sparsi qui e là, si possa (ri)costruire una Calabria all'altezza delle attuali sfide europee attuali sia diventata per Katia Stancato molto più stringente
 


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