giovedì 14 marzo 2013

Francesco I. Ed è di nuovo primavera





C’è una sospensione particolare, quando il protodiacono si ferma un attimo dopo l’annuncio “Habemus Papam”.



Per tutti. Perché, anche solo a leggere fb e twitter, pare che l’emozione, dall’attesa della fumata bianca, colga, per qualche ora, se non tutti, almeno la grande maggioranza delle persone, credenti e non credenti, mangiapreti, indifferenti, e frequentatori di sagrestie.



Per i credenti, quella sospensione ha sapore speciale.



E’ l’attimo in cui qualsiasi cattolico semplice, anonimo, di quelli che, magari tra molti limiti ed errori, sanno che c’è un cielo sopra di loro e la legge morale dentro di loro coglie perfettamente che,  se anche il nome che sta per essere pronunciato non  sarà quello che vorrebbe, quello sarà anche il suo Papa. Pronto a gioire comunque, dicendo a se stesso qualcosa come: non era il mio candidato, è il mio Pontefice.



In una serata di pioggia – con un pennuto che per ore ha vigilato sul comignolo della Sistina, quasi il segno della scelta nuova cui lo Spirito spingeva – il nome è stato un’esplosione di meraviglia, di stupore e di letizia.



Data più o meno per defunta (previsione che si ripete nei secoli, con accentuazioni più forti in vari periodi, gli ultimi anni per esempio), la Chiesa si rivela sorprendentemente giovane.



E un senso di primavera rinnova la speranza. Del mondo.


Su Zoomsud, i versi di Natina Pizzi 
http://www.zoomsud.it/commenti/49091-e-calabrese-la-prima-poesia-per-papa-francesco.html







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