mercoledì 17 aprile 2013

La Grammatica di Nisida letta da Cristina Zagaria






Lì dove ci sono delle sbarre, delle regole, dei tempi, lì dove devi seguire un percorso preciso ...lì impari a diventare forte, a diventare libero.
È la gabbia della grammatica. 
È la gabbia dell’istituto minorile di Nisida. 
E quando le sbarre dell’una incontrano le sbarre dell’altro, e le regole diventano parola ...ogni libertà diventa possibile...e la libertà di scrivere e di imparare diventa la possibilità di sperare in un futuro di verso, di immaginarsi e diventare migliori.

Questa è la sfida de La grammatica di Nisida, un libro nato da un anno di lavoro di nove scrittori con i ragazzi di Nisida.

Viola Ardone, Luigi Romolo Carrino, Daniela de Crescenzo, Maurizio de Giovanni, Alessandro Gallo, Antonio Menna, Tjuna Notarbartolo, Anna Petrazzuolo, Patrizia Rinaldi hanno lavorato in classe, con i ragazzi e le ragazze di Nisida, per produrre, ciascuno, un racconto che ponesse particolare attenzione ad una delle nove tradizionali parti del discorso. Una Scuola di Scrittura inserita in un percorso didattico che, come si dice ancora nella post-fazione della curatrice, «ha provato a fare del percorso di recupero della grammatica una narrazione piena di senso: i termini della lingua, articoli, nomi, congiunzioni, come tasselli del pensiero che non solo descrive, ma è anche in grado di interpretare e, quindi, di poter trasformare la realtà. La propria, soprattutto».

La Scuola di Scrittura si è intrecciata con un convergente progetto di Lettura, grazie alla presentazione da parte di ogni autore di un libro proprio o altrui tra cui i ragazzi e le ragazze dell’Istituto sceglieranno nella tarda primavera il vincitore del Premio Morante-Nisida/Roberto Dinacci/2013.

Dedicato a Roberto Dinacci, La grammatica di Nisida – a cura di Maria Franco  con la collaborazione di Adele Micillo, Giovanni Rega, Marisa Oliviero (docenti dell’IC Miraglia-Sogliano operanti presso l’IPM) e Carmela Brando e Patrizia Signore (docenti dell’IC Michelangelo-Madonna Assunta, operanti presso l’IPM) – è pubblicato da Caracò.

La Grammatica di Nisida è nuova tappa di un lungo percorso che ha già prodotto i tre volumi di Racconti – Racconti per Nisida, Racconti per Nisida e l’Unità d’Italia, Racconti per Nisida, isola d’Europa – pubblicati negli anni passati da Mario Guida.

Quest’anno però c’è una novità, il lavoro dei nove scrittori e dei ragazzi di Nisida, non è pubblicato in un numero di copie limitato che viene dato in omaggio, ma può essere acquistato da tutti (...proprio da tutti e soprattutto da quelli che in questi anni hanno chiesto sempre delle copie omaggio, come ha sottolineato qualche tempo fa su Facebook  Maria Franco, che coordina il progetto) in edizione e-book sul sito di Caracò.

Viola Ardone dedica il suo racconto “Ai ragazzi di Nisida, a chi sa correre e a chi può volare“.“La vita è anche un pronome che non dovrebbe esserci, ma che ci fa “stati”, ci fa essere qualcuno”, scrive Luigi Romolo Carrino. Daniela De Crescenzo ci presenta Mario, che ha sedici anni, vive a Ponticelli e “sta inguaiato”, deve scegliere se vivere o morire. Maurizio de Giovanni mette in scena un’opera teatrale, i cui protagonisti sono un militare una ragazza, un politico, una giornalista, una madre. Cos’hanno in comune? Un desiderio: “Vorrei vederti morto”. Alessandro Gallo racconta la storia d’amore tra Carmela e un camorrista, la storia di una donna che decide di dire basta al sangue,  alla droga, alle armi, alla guerra. Il lavoro come scelta di libertà per Antonio Menna. “Capii che siamo energia. E che non muore nessuno. L’energia si trasforma. E non muore nessuno. Capivo, intuivo, sentivo. Vedevo, intorno a me, nelle vite dei miei amici di Nisida, le conseguenze del bene e del male. I modi in cui alcuni riuscivano a cambiare il corso delle cose. Il modo in cui alcuni cercavano una strada diversa, il modo in cui altri non ci pensavano proprio a cambiare”, Scrive Tjuna Notarbartolo. Anna Petrazzuolo, invece, racconta la storia di Klaus, un bimbo di sei anni moltiplicati per tre che passa le giornate sul suo balcone con il muso dietro la ringhiera e che rivendica il suo diritto a essere amato. La protagonista del racconto di Patrizia Rinaldi si chiama Gertrude, preferisce mordere invece di studiare, preferisce le gocce ai fiumi e va avanti, sempre, alla ricerca della parola che la renderà libera e viva, nonostante il sangue, nonostante l’amore, nonostante la vita.

Il libro si chiude con la testimonianza di Maria Franco: “Alcuni/e se la cavano. Qualcuno/a è proprio bravo/a. Ma, per buona parte dei ragazzi/e che, a Nisida, ricominciano a frequentare la scuola, abbandonata magari anni prima, un compito d’italiano scritto è un campo minato, da cui sfuggono il più possibile. Perché «non tengo niente da dire… non mi viene in mente niente». Perché temono di rivelare di sé quanto non intendono comunicare. Perché, riletto dall’insegnante, il foglio faticosamente riempito inevitabilmente rivela un esagerato numero di errori. Tralasciando la sintassi, non sono poche le carenze grammaticali: le terze persone dell’indicativo presente dei verbi essere e avere senza accento e senza h; le doppie che mancano quando ci vogliono ma appaiono quando sono tutt’altro che richieste; le m e le n che si confondono tra di loro, il gran numero di t che diventano d”.

Nove racconti secchi come un nome. Forti come un verbo. Ricchi come un aggettivo. Sinceri come un pronome. Nove racconti di parole e sentimenti, di esperienza e di sogni.

Testo tratto da Il Voltapagina il blog di Cristina Zagaria

http://www.cristinazagaria.it/2013/04/la-grammatica-di-nisida_9082.html


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