mercoledì 13 agosto 2014

Il mio mare






Ci sono parole il cui uso non mi piace.

Sereno, per esempio. Nessun riferimento politico, per carità. Che so, arrestano uno per triplice omicidio e lui si dichiara innocente e sereno: Capitasse a me (innocente) sarei un’esplosione di angoscia e rabbia, altro che serena.

Oppure orgoglio. Appiccicato, per esempio, all’essere gay o etero, bianco o nero, uomo o donna. E non essere legato, come più sensatamente mi pare dovrebbe, a un (difficile) obiettivo raggiunto. Per esempio: “orgoglioso d’aver superato l’esame di fisica nucleare…”, “orgoglioso d’aver rimesso a nuovo il vecchio mobile della cucina…”, “orgoglioso d’aver trasformato il balcone di casa in un erbario di basilico, menta e salvia…”.

Perciò non dirò che sono orgogliosa. Anche se.


Qualche giorno fa, un’autrice reggina, Katia Colica, ha scritto su facebook: «Questo è il periodo dell’anno in cui, al Sud, le rare donne con la pelle color mozzarella subiscono feroci angherie a sfondo razziale. Contribuisci anche tu affinché sia superata l’intolleranza stagionale evitando loro domande del tipo “Ma non vai al mare?”, o “Niente vacanze?” e ancora “Quanto sei bianca. Stai male per caso?”. Fino ad arrivare a “E prendilo un po’ di sole che è gratis”. Aiuta una donna-mozzarella a integrarsi e superare l’estate senza vergognarsi del colore della propria pelle, per quanto ripugnante. Chi non si abbronza è quasi uguale a te: non escluderlo. Voglilo».

Anch’io faccio parte delle calabresi mozzarella. Per me il mare è: 

- guardarlo, riempirsene gli occhi, la mente, il cuore
- respirarlo con tutti i pori
- ascoltarne il rumore (come nello splendido verso di Dino Campana: preferisco il rumore del mare)
- raccogliere conchiglie
- camminarci a lato.

Stare stesa al sole, fare il bagno, non fa per me.



Per anni e anni, ho sopportato, con fastidio, la domanda (le domande): “Ma tu, non vai a mare? Non stai facendo i bagni?” e, con ancora più fastidio, la mia risposta “no”, come fosse una dichiarazione di colpa, o di sconfitta.

La verità è che lascio con piacere, agli altri, il piacere dell’acqua sulla pelle, le nuotate, i giochi, le risa e le creme abbronzanti. 

E, a me, quello di riempirmi del mio mare.


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