lunedì 6 ottobre 2014

Reazionaria, io? Me ne farò una ragione





Ci sono battaglie perse in partenza. Perché la storia cammina in un certo modo e, giuste o sbagliate che siano, a certi snodi, prende certe vie. Talvolta, una volta preso l’abbrivio, rotola  in fretta verso mete con cui, poi, dovrà fare i conti: ma, sul momento, rotola, appunto.

Così, penso, è/sarà per l’eterologa, l’utero in affitto, il matrimonio di due persone dello stesso sesso.

Cose che sono e/o diventeranno legali in tempi non lontani. Il che non vuol dire che siano giuste.

Con tutto il rispetto per chi la pensa diversamente da me (che, forse, è già la maggioranza del paese, e forse ancora una minoranza che si approssima, però, a diventare maggioranza), considero tutto questo un errore sociale.

Non un peccato, una colpa, qualcosa di discutibile moralmente, religiosamente, ma proprio qualcosa di socialmente negativo perché va contro l’essenza dell’uomo: contro quella parte assoluta dell’umana identità che nessuna modificazione culturale, nessun cambiamento storico può trasformare, a meno di non fare degli esseri umani altra cosa rispetto a quel genere che i millenni hanno conosciuto. (Come lo è la trasformazione, nel linguaggio di tanti/e, dell’aborto da dramma a diritto).

Non faccio parte delle Sentinelle in piedi, non ho preso né penso di prendere parte alle loro silenziose letture in piazza. Ma ieri, su Fb ho letto molti commenti alle loro iniziative domenicali. Commenti che, in taluni casi, trapassavano dall’ironico al sarcastico, facendo trapelare un (magari non voluto) senso di superiorità (noi, gli intelligenti, i moderni, quelli di aperte vedute) di contro a chi – pensando che il matrimonio è faccenda di un uomo e di una donna e che un figlio è faccenda di un padre e di una madre – evidentemente è un troglodita, un cattolico reazionario.

Ora – riconoscendo a ciascuno dei miei amici feisbucchiani il diritto di dire la sua con tutto il sarcasmo che preferisce, anch’io rivendico il diritto ad esprimere serenamente le miei opinioni. Consapevole che, se le leggi vanno rispettate, la coscienza ha, per ciascuno, la priorità: e obbedire al senso comune della propria epoca non necessariamente è una virtù.





Sull’argomento, cfr questo mio intervento su Zoomsud

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