giovedì 27 novembre 2014

Donne, uomini e libri






Dall’inizio del 2014 ad oggi, ho letto per piacere (ovvero escludendo testi che, per lavoro o altro, ho dovuto leggere) 48 libri: 28 scritti da uomini, 20 da donne. 

Quello che sto leggendo, il 49°, è di una donna che, per i gialli, usa uno pseudonimo maschile (Robert Galbraith, ovvero J.K. Rowling).

Insomma, scelgo cercando testi che – dal tema, dalla trama, dal titolo, dalla copertina, da qualche recensione – penso mi possano interessare. Che siano scritti da un uomo o da una donna lo considero un elemento più accessorio che secondario.

Quando, per un qualche motivo, ho bisogno di ritrovarmi, mi affido a due libri molto diversi tra loro, uno di una donna, Jane Austen, Persuasione e l’altro di un uomo, Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa.

Non mi sembro, quindi, in linea con la ricerca inglese, di cui tratta oggi Enrico Franceschini su Repubblica, secondo cui le donne leggono soprattutto libri di donne e gli uomini libri di uomini. 

E sono convinta che, almeno dalle nostre parti, ci siano più donne che leggano libri scritti da uomini che uomini che leggano libri scritti da donne (e poiché sono le donne a leggere più degli uomini, questo è uno dei motivi perché si leggono, in generale, più libri di uomini che di donne).

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