domenica 8 marzo 2015

Teresa e le altre. E i ragazzi di dentro e di fuori






Fuori- racconti per ragazzi che escono da Nisida, l’ultimo nato del nostro Laboratorio di Scrittura è stato ieri l’occasione di una mattinata di incontri tra alcuni autori che hanno lavorato con noi quest’anno e/o negli anni precedenti – Viola Ardone, Riccardo Brun, Daniela de Crescenzo, Antonio Menna, Antonella Ossorio, Valeria Parrella, Anna Petrazzuolo e Patrizia Rinaldi – e alcune classi del nautico Duca Degli Abruzzi e degli istituti superiori Emanuele II e Nitti, del liceo scientifico Arturo Labriola, del tecnico Righi e del superiore Falcone di Pozzuoli.

Ragazzi e autori hanno dato vita a piccoli seminari centrati sui racconti di quest’ultimo libro e su alcuni racconti di particolare impatto “femminile” prodotti negli anni nel corso del Laboratorio di Scrittura, a partire dal personaggio creato da Viola Ardone che ha dato il titolo agli incontri: "Teresa e le altre, personaggi maschili e femminili nei racconti di Nisida.  

Gli incontri sono stati arricchiti dalle letture dei brani, a cura del Laboratorio teatrale di Nisida (guidato da Veria Ponticiello) e dal Laboratorio del Teatro Sanità (guidato da Mario Gelardi, regista e autore che ha, anche lui, partecipato da scrittore al nostro lungo percorso) e da una passeggiata lungo i sentieri del Parco.


Questo è il mio intervento nella breve fase assembleare, al Centro Studi di Nisida, prima della suddivisione dei diversi gruppi di lavoro nelle varie sale del Ceus:


Un’isola piatta davanti al porto si stende,
non vicina, né molto lontana dalla terra dei Ciclopi,
boscosa, e vi nascono capre infinite,
libere: passo d’uomini mai li spaventa,
né i cacciatori le inseguono, che tra le selve
sopportano stenti, correndo le cime dei monti.
Né da pastori son possedute, né da aratori,
ché l’isola, sempre inseminata e inarata,
d’uomini è vuota, nutre capre belanti.

Secondo alcuni studiosi, in questi versi del IX canto dell’Odissea, Omero sta parlando non di un’isoletta qualsiasi, ma proprio di Nesis, ovvero di Nisida.

Non possiamo provare quest’affascinante ipotesi, ma sappiamo per certo che di Nisida hanno parlato in tantissimi: da Plinio a Tasso, da Seneca a Calderon de la Barca, da Cicerone a Madame de Stael, da Beda a Dumas padre, da Boccaccio a Cervantes, da Sannazzaro al marchese De Sade, da Settembrini a Berlioz, da Lamartine, alla Serao, da Croce a Marai e così via.

Alcuni hanno descritto i luoghi, la splendida macchia mediterranea, gli asparagi, le capre e i conigli che vi crescevano numerosi.

Altri ne hanno raccontato episodi storici: la congiura qui organizzata da Bruto nella villa di Lucullo e il successivo suicidio di Porzia che, sempre qui, dopo la morte del marito a Filippi, ingoiò i carboni ardenti; le vicende del monaco Adriano, abate dell’allora monastero benedettino, poi trasferito dal papa in Inghilterra e oggi venerato dalla chiesa cattolica come Sant’Adriano di Canterbury; l’eroismo di patrioti, quali Poerio, Nisco, Castromediano, incarcerati nell’allora prigione borbonica in quanto fautori dell’unità italiana.

Altri, come Dumas e Cervantes l’hanno rappresentata nelle forme di una donna giovane, bella, fascinosa: la dama Nisida.

Di fronte a tanta storia, a così incantevole natura, a tanto ricca narrazione di autori di ogni parte d’Europa abbiamo avvertito il dovere di raccogliere e conservare tanta bellezza, facendone, per i ragazzi e le ragazze ospiti della struttura penale, occasione di crescita culturale e umana e per la città la possibilità di riappropriarsi di uno dei suoi angoli più belli.

È nato così il progetto Nisida come parco Letterario e Naturale, cui hanno e stanno ancora lavorando in tanti. 

Tra l’altro, dal 2010 in poi, sono stati ripristinati gli antichi sentieri che conducono a porto Paone. Vi hanno lavorato, in particolare, i ragazzi dell’articolo 21, ovvero quelli che, avendo già fatto un percorso positivo in Istituto, godono di particolari benefici.

Un lavoro accurato che ha consentito anche di scoprire la tomba del generale Bellomo, qui giustiziato alla fine del secondo conflitto mondiale. 

Negli ultimi mesi – dopo la realizzazione delle panchine disposte lungo i sentieri – sono state realizzate, dal Laboratorio di Edilizia, le steli che riportano, su mattonelle dipinte nel Laboratorio di Ceramica, brani di tutti gli autori che a Nisida hanno dedicato attenzione. Attività, quest’ultima del Laboratorio di Ceramica, in cui è stato parzialmente reinvestito il ricavato della vendita del nostro precedente volume. 

La linea sottile, ma fondamentale, di tutto il percorso, è costituita dal nostro Laboratorio di Scrittura. Negli ultimi sei anni, vi hanno partecipato, gratuitamente, una trentina di importanti autori napoletani che hanno lavorato, a scuola, con gli insegnanti e con i ragazzi e le ragazze, prima sull’isola, la sua bellezza, la sua storia, le personalità che l’hanno abitata nei secoli e poi sui ragazzi stessi, sulle loro emozioni, le paure, le speranze, i desideri, provando a restituirne, attraverso lo specchio della Grammatica e della Sintassi, il volto autentico, fuori dai cliché mediatici.

Ne sono nati sei libri di racconti. Racconti, insieme, d’autore e di ragazzi.

Scrittori che hanno prestato il loro talento narrativo ai ragazzi prendendo le parole frammentarie, contorte e spezzate dei nostri giovani ospiti e dando a quelle stesse parole una forma che meglio li esprimesse.

L’ultimo di questi libri, appena pubblicato, si intitola Fuori- Racconti per ragazzi che escono da Nisida ed è chiaramente centrato sulle attese, i sogni, i problemi del “dopo” carcere: un aspetto fin troppo trascurato e a cui, al contrario, politica e società civile dovrebbero prestare una più adeguata attenzione.

Ripercorrendo questo progetto, oggi, vigilia dell’8 marzo, vogliamo dare uno spazio particolare alle ragazze, ai loro specifici problemi, alle specifiche difficoltà che le hanno condotte a Nisida e al loro possibile futuro.


Vi ringrazio di cuore di essere qui a condividere questa giornata.
Mi piace farlo con una poesia che uno dei più grandi poeti viventi, Yves Bonnefoy, ci ha voluto regalare e che mi sembra possa sintetizzare bene il senso più intimo del nostro lavoro di questi anni:

Nisida, una roccia, un rumore di mare
A urtare, col maltempo, contro i sogni
Di quelli che dormono lì, piedi bloccati,
Occhi spalancati sul resto d’infanzia.

E tuffarsi in quel rumore, e nuotarci
Fino a un altro mondo. Nausicaa
Fiduciosa e gaia, sulla riva... 
Amate sognare! È una chiave, quando mancano

Tutte le altre chiavi delle porte di sé,
Quelle che il nascer male ha fatto di ferro.
Poiché sognare è bellezza che cerca di essere

E bellezza è amare, è verità
Che vi prenderà tra le sue braccia anche qui,
Dove desiderare è già come esser liberi un po’.


Il disegno di copertina di Fuori- Racconti per ragazzi che escono da Nisida è di Cecilia Latella

Le foto della passeggiata nel Parco sono di Carmela Brando


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