domenica 10 maggio 2015

Perché uno che si sente di crescere, lo possa dire




Da sinistra: Valeria Parrella, Viola Ardone, Antonio Menna, Maurizio de Giovanni, Patrizia Rinaldi, Antonella Ossorio, Riccardo Brun, Daniela de Crescenzo

“… mi veniva voglia di chiudermi in me stesso, con quella musica nelle orecchie per non sentire voci, richiami oppure il silenzio che riempiva la mia vita mi accorg(ev)o di essere più grande e sembr(av)a che non gliene importasse a nessuno. A me sì mi importava, ma però non so bene cosa bisogna fare se uno si sente che cresce e non lo può dire”.

Una delle panchine del Parco Letterario, dedicata a Isabella Bossi Fedrigotti e Luisa Mattia, autrici rispettivamente delle prefazioni della Sintassi e della Grammatica di Nisida


Passo una parte del fine settimana a rileggere e trascrivere un racconto di uno dei miei alunni (ne abbiamo già pubblicati due in altrettanti numeri del nostro giornale, Nisida News) e mi soffermo su questa frase che sembra quasi un commento al nostro Laboratorio di Scrittura: l’importanza di trovare le parole per dirsi, agli altri, certo. ma ancora prima a se stessi. (Leonardo Sciascia, Una storia semplice: “L’italiano non è L’ITALIANO, l’italiano è ragionare”)

Una delle steli del Parco Letterario, dedicata al racconto di Patrizia Rinaldi in Racconti per Nisida e l'Unità d'Italia

Giovedì 7, a Nisida, otto dei nove autori di Fuori- Racconti per ragazzi che escono da Nisida hanno raccontato ai non moltissimi, ma attentissimi presenti la loro esperienza nelle aule scolastiche dell’IPM. Il giorno prima, nel presentare l’iniziativa, Riccardo Brun, ha scritto su Fb: “L’incontro con i ragazzi detenuti nel carcere minorile di Nisida è ogni anno per me una sorta di chiamata alle armi e un obbligo di riflessione sulla mia città e sul mio lavoro. Sulla mia città, perché mi ricorda il dovere morale di non abituarci al fatto che una quota dei figli di Napoli debba essere fatta di ragazzi perduti, senza possibilità di salvezza. Quei ragazzi vanno salvati, aiutati, amati prima che commettano i reati gravi che li portano in carcere. Non ci sono ragazzini che nascono cattivi, solo ragazzini che nascono in contesti difficili e che hanno tutti i giorni davanti agli occhi esempi sbagliati e obiettivi distorti. Non scelgono il male, perché davanti a loro non si apre un ventaglio di scelte. La possibilità di scelta è il regalo che questo Paese distratto e questa città ferita gli devono. E allora poi forse li potranno anche giudicare. E riflessione sul mio lavoro, perché mi ricorda ogni volta in che senso e perché ho sempre concepito la scrittura come militanza.”

Il libro, nella sezione ragazzi, della Feltrinelli di Piazza dei Martiri, a Napoli

Se la scrittura come militanza è una scelta personale, la riflessione di Brun su Napoli e i suoi ragazzi mi sembra debba essere assunta come un riferimento collettivo. Peccato che, contrariamente al programma, non sia stato presente all’incontro il direttore del Mattino, quotidiano che ha distribuito il libro in edicola un mese fa (non ci sono ancora i dati di vendita). Sarebbe stata un’occasione in più per discutere, insieme al valore letterario e didattico, della sua valenza sociale, del suo senso politico.

La prossima presentazione di Fuori – Racconti per ragazzi che escono da Nisida, sarà allo Spazio Guida, in via Bisignano, il 27 maggio alle 18.00.

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