venerdì 26 giugno 2015

L'angolino di Luisa Carrada







Premessa n.1: Mi affaccio più volte al giorno su fb, provando a perdere il meno tempo possibile con le tante cose per me inutili e soffermandomi, invece, su osservazioni intelligenti, notizie di amici o link cui, altrimenti, non avrei prestato attenzione. Provo a usarlo in maniera veloce, ma non superficiale.

Premessa n. 2: Tra i blog che seguo con più costanza ci sono Frammenti del tredicesimo mese di Elena Petrassi e Il mestiere di scrivere di Luisa Carrada.

Il fatto: qualche giorno fa, su twitter, trovo un rimando all’ultimo post del blog della Carrada –  http://blog.mestierediscrivere.com/2015/06/23/il-mio-angolino-nello-zingarelli-2016/ che contiene la sua deliziosa definizione del termine blog. Ho fretta e lo posto sulla mia pagina fb, senza nessun commento. Quando riaccendo il computer, ci trovo alcuni mi piace, e non trovo certo strano che ci sia chi apprezza una così bella definizione della parola blog. Ma, poi, appaiono alcuni complimenti. E realizzo che, molto probabilmente, il link non è stato aperto e che chi ha espresso compiacimento ha pensato che il titolo del link Il mio angolino nello Zingaretti 2016 si riferisse a me. A quel punto commento: Complimenti a Luisa Carrada ecc.ecc. Ma la cosa non viene recepita e arrivano altri Complimenti, Maria.
 
Considerazioni: Sarebbe magari più corretto, ma non voglio parlare di superficialità dell’uso di uno strumento; mi limito al criterio della fretta.  La mia fretta iniziale, insieme alla fretta di altri (che non si sono dati il tempo di aprire il link, ma volevano essere gentili con me) ha fatto passare un’informazione sbagliata. A pochi, per fortuna, in questo caso. Un piccolo esempio di come, talvolta, internet trasforma il vero in falso e viceversa.

lunedì 22 giugno 2015

Vacanza







Uno: svitare la testa dal collo e
deporla sul tavolo come fosse
tappo di bottiglia. Due: lavare e
asciugare i pensieri più faticosi.
Tre: riavvitarla, riaccendendo
il fuoco del pensare.

venerdì 19 giugno 2015

L'ultima ceralacca di Adele






Oggi, è stato il giorno della ceralacca – rito abbastanza fuori tempo di fine anno scolastico, con la carta da pacchi che si chiude con lo spago sui compiti e il verbale d’esami, sigillata dal timbro passato sul (troppo) poco che si riesce a sciogliere con l’accendino (“Sarebbe molto meglio una candela…”) di una stecca di rosso inconfondibile.

Anzi, oggi, è stato il giorno dell’ultima ceralacca per Adele, una collega con cui ho condiviso, prima indirettamente, poi giorno dopo giorno, 32 anni di insegnamento a Nisida.

Lei va in pensione, io resto.

È di quelle giornate in cui le parole dette non sono che schiuma di onde leggere rispetto al mare che hai dentro.