giovedì 23 luglio 2015

Carlo e la testa di cavallo





Parco Letteario di Nisida. La stele (al momento della foto ancora incompleta) si riferisce alla prefazione di Isabella Bossi Fedrigotti al volume Parole come Pane. La Sintassi di Nisida.


Una testa di cavallo – la capa, diciamo noi in famiglia – di porcellana bianca in funzione di lampada da tavolo, con tanto di paralume frangiato. Un oggetto che mai avrei comprato e che, però, ha resistito (saranno ormai trenta anni) ad ogni ordine (N. B. fare ordine si identifica con buttare il più possibile).

Dico: resistere. Ma è termine errato. La capa di cavallo non è (mai stata) in discussione. Rimarrà sempre a casa, bene in vista. 

Me la regalò Carlo, una delle tante volte che, poi, venne a trovarmi.

Ero da appena qualche giorno a Nisida, quando, arrabbiato perché pretendevo che eseguisse un’esercitazione di lingua, mi rovesciò addosso un banchetto. Gli agenti lo allontanarono; pensai che il mio anno scolastico poteva considerarsi chiuso con quell’incidente. Il giorno dopo, entrò, si sedette, soffiò sul ciuffo per scostarlo dagli occhi e chiese: “Che dobbiamo fare, oggi?”.

Uno dei tanti – nomi, volti, coraggio di ricominciare – che abitano la mia vita.


1 commento:

  1. Io aspetto, Maria, che tu voglia raccogliere in un volume le tante storie che hai vissuto nella tua Nisida.

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