mercoledì 5 agosto 2015

Anche il mare






Anche il mare non è più lo stesso. 

Ben prima che la questione ambientale e quella climatica si imponessero come problematiche mondiali, in questa conca di mare, tra Occhio e Pellaro, sono scomparsi i pesci. Ope, sauri, scazzupoli, luvori, mupi, totani, siccie, nannata: non c’è più nulla.

E la spiaggia, quel poco sottratto all’erosione del mare e all’abusivismo edilizio, mescola sabbia finissima e morbido brecciolino con sporcizie di vario genere, cartacce, pezzi di plastica di svariata origine, cacche di cani e cibarie d'ogni genere.

Non esistono più i canneti né le brucare e, per fare il bagno, per via degli sbocchi a mare delle fogne, bisogna accordassi con le correnti: se è borea; il mare è (o sembra) pulito, se è scirocco, il mare è (vistosamente) sporco.



Un angolo di paradiso: stropicciato, maltrattato, sciupato.

Dirlo, saperlo, è piagnisteo?

Il primo nemico del Sud è la mancanza di una chiara, forte, strategia nazionale di sviluppo. Ma è un nemico a pari merito (demerito) la classe dirigente locale: insipiente, quando non collusa col malaffare e/o con la difesa solo del proprio tornaconto.

Chi resiste, chi salva, mantiene, accresce bellezza in queste condizioni  (e ce ne sono) è un piccolo, grande, eroe civile.



Non ci sono più le  (tante) conchiglie di una volta.

Eppure, ogni mattina le vado a cercare.

Nulla, come il mormorio quieto del mare all’alba somiglia al silenzio assoluto: perfetto.

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