sabato 17 ottobre 2015

Lettere meridiane di Francesco Bevilacqua





Lettere meridiane – Cento libri per conoscere la Calabria, il volume di Francesco Bevilacqua, recentemente pubblicato da Rubbettino – dopo un’interessante prima parte che ripercorre le modalità con cui la Calabria si è ed è stata percepita nel tempo e una seconda di apparato iconografico – si concentra sul commento di 100 testi calabresi. Testi letterari in prevalenza, ma anche storici, geografici, sociologici, antropologici: da Berto a De Martino, da Placanica a Gangemi, da Abate a Zanotti Bianco, da Criaco a Isnardi, da Alvaro a Teti.

«Il libro – spiega l’autore nella sua introduzione – vuol essere un aiuto per i lettori a districarsi nel mare della pubblicistica ce riguarda la regione e, nello stesso tempo, una sorta di guida ragionata (attraverso i commenti ai singoli libri proposti per la lettura alla comprensione della realtà e dei problemi della Calabria, che sono anche, in buona parte, i problemi del Sud Italia. (…) Cento volumi mi sono sembrati un numero sufficiente per una piccola bibliografia (o biblioteca) essenziale per la Calabria. Ovviamente non sostengo che per capire la Calabria sia necessario leggere tutti e cento i libri da me indicati e nemmeno che basta leggere proprio quelli. È certo però che bisogna leggerne almeno una parte, se davvero si vuole esprimere giudizi meditati. Parlo di “commenti” piuttosto che di recensioni, perché la mia intenzione è stata quella di raccontare la Calabria attraverso i libri, non invece quella di fare analisi critiche dei singoli titoli. (…) I libri commentati si susseguono secondo un ordine arbitrario ma non casuale (…) per collegare e concatenare libri appartenenti a generi diversi ma accumunati, magari, da un argomento o da riferimenti a temi specifici o anche, semplicemente da una labile intuizione. Il tutto – continua Bevilacqua – per rendere la lettura più simile a un cammino, a un percorso variegato, durante il quale si scorge ora un paesaggio vasto e aperto ora uno stretto sentiero, ora uno scorcio particolare.»

Una rassegna di carattere divulgativo; certo non esaustiva e, magari, qui e là, discutibile per l’assenza di taluni testi o per l’interpretazione dell’uno o dell’altro, ma di estremo interesse per vedere, in un unico colpo d’occhio, come la Calabria, nell’ultimo secolo, si è raccontata. Emerge una ricchezza che pochi conoscono e pochissimi immaginerebbero. La Calabria si è detta – si è parlata, per parafrasare Alvaro – molto di più di quanto di pensi e l’ha fatto con più forza e chiarezza e anche con maggiore valore letterario di quanto le venga riconosciuto.

Il libro di Bevilacqua è una buona occasione per ascoltarla e/o riascoltarla. Ma sul serio.

Dice Bevilacqua, dopo i (sentiti) ringraziamenti di rito: «Ma lasciatemi indicare anche chi non ringrazio. Sono i miei insegnanti di sempre, che non mi hanno mai raccontato nulla del mio paese, della Calabria, della loro storia, che non mi hanno mai parlato di Alvaro, di Levi, di Perri, di De Angelis, che non mi hanno mai detto nulla del Sud, che hanno fatto come se il Sud non esistesse, come se si trattasse di un’escrescenza accidentale della Nazione. Ma prima di loro – forse perfino incolpevoli e inconsapevoli – non ringrazio tutti coloro che hanno sistematicamente lasciato cancellare le culture, le identità, le civiltà locali in nome di una fraintesa modernità, depurando all’uopo i libri di storia e di letteratura, i testi e i programmi scolastici. Ecco, solo ora, posso dire di essermi finalmente emancipato dalla barbarie della negazione di un’appartenenza e di avere molti buoni motivi per dirmi grato di vivere in Calabria, nonostante tutto.»

La cura dei mali della Calabria, per Francesco Bevilacqua, consiste nella stessa cura. L’oikofilia, l’amore della casa comune, è il modo di combattere l’amnesia dei luoghi e della storia, per ritrovare un rapporto meno infelice con la natura e con la cultura.

I suoi cento libri sono una strada per conoscere, capire, amare la Calabria. Conoscerla, capirla, amarla, tanto da prendersene cura.


L’autore sarà tra gli animatori de I Giardini delle Esperidi, una manifestazione culturale ecosostenibile che si svolgerà tra Zagarise e la Sila dal 13 al 15 novembre.


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