giovedì 12 gennaio 2017

Bestemmie








Gelida mattinata del gennaio più freddo che si ricordi. Temperatura dell’aula più vicina all’unità che alle due cifre.

Insegnante bardata con cappello, sciarpe, guanti. Ragazzi infreddoliti: di alcuni, tra i cappelli calcati sulla fronte e i copri-gola, tirati alla sommità del naso, s’ intravvedono solo gli occhi.

Hanno poca voglia di leggere; pochissima di scrivere – d’altra parte, le mani sono gelate e piene di screpolature.

Se ne stanno addosso ad una stufetta, si potrebbe fare un bel gruppo-braciere e discutere: scongelare pensieri e sentimenti, riscaldarsi di parole scambiate. Se avessero un barlume di voglia di parlare di qualcosa di sensato.

E, invece. Nervosismi a fior di pelle. Battute pesanti l’uno verso l’altro. Accapigliamenti verbali. Piccole esplosioni di rabbie. Come se alzando i toni si potessero scacciare via i pensieri che pesano troppo dentro la testa, o il vuoto che rimbomba.

Qualcuno sciama, cercando in un’altra aula una pausa al suo disagio, alla sua insofferenza.

Ogni apertura di porta è un taglio in più sul petto, sulla schiena.

Rientra un ragazzo. Bestemmia la Madonna.

L’insegnante lo riprende duramente.

Un altro ragazzo, concentrato a rispondere ad una lettera, si alza, il volto arrossato, urlando: “Non bestemmiare la Madonna, che la Madonna ci aiuta. Bestemmia a Gesù!”

Nessun commento:

Posta un commento