domenica 1 gennaio 2017

La prima omelia dell'anno







Non dobbiamo dimenticare che l’anno si è concluso male a Pellaro. Ci sono persone, una in particolare, che rischiano ritorsioni dopo aver denunciato fatti di ‘ndrangheta. Noi dobbiamo apprezzare la loro testimonianza e sostenere queste persone che vivono, a causa della loro onestà, situazioni di disagio.

Sintetizzo a memoria (quindi non in maniera testuale), alcune frasi dell’omelia di questa mattina alla chiesa del Carmine.

Don Tonino, parlando del Vangelo del giorno e della novità del Dio che non si maschera ma si fa effettivamente uomo, non dimentica né le tragedie mondiali (la strage di stanotte a Istanbul) né i drammi del territorio.

È una mattinata luminosa, con l’Etna bianca di neve e un fumaiolo proprio al centro, poche persone sulla spiaggia (compresi i padroni incivili che vi portano i cani a mo’ di bagno, ma senza poi pulire), due o tre che escono da un bar con un pacchettino di dolci (ancora?!?), in giro qualche odore di sugo o di brodo che bolle. 

Potrebbe essere una mattinata di banale bellezza. (La bellezza non è mai banale, ma anche la bellezza più bella resta muta per chi non la coglie.)

Le parole di don Tonino, pronunciate con tono fermo e dolce, danno uno spessore di verità, una incarnata luminosità, a questo primo dell’anno. 

(Mi tornano in mente i tagli delle tele di Fontana: metaforicamente: come aprire ad una nuova dimensione della vita collettiva.)

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