lunedì 22 maggio 2017

Donne e amori liquidi



Dall’inizio della storia ad ora non c’è mai stata una fase di libertà, per le donne, paragonabile a questa. È un dato di evidenza assoluta: tutte a scuola, moltissime al lavoro, tante in posti di responsabilità. La possibilità di mettere in campo a 360 gradi le loro potenzialità mai così ampiamente vissuta prima.

Ma quanta costrizione resta dietro tanta libertà?

Nell’ultimo decennio, o, meglio, da quando la convivenza è diventata un fenomeno di massa, quante sono le donne che convivono, ma in realtà vorrebbero sposarsi?

E, quante, da trenta anni a questa parte, vorrebbero avere figli ma ci rinunciano perché, mentre prima erano obbligatorie le equivalenze donna-madre e famiglia-figli, sempre di più sono in netto vantaggio quelle di la-famiglia-non-è-per noi e donna-libera-uguale-lavoratrice-ma-non-madre?

E quante le separazioni e i divorzi, di giovani e meno giovani, a pochi anni dal matrimonio o anche dalla convivenza – ognuna, certo, per un motivo specifico, ma tutte alla radice determinate o favorite dal pregiudizio che l’amore non è eterno e che si sta insieme finché, in qualche modo, conviene, pregiudizio antitetico a quello dei tempi ormai passati, ovvero che l’amore è eterno e si sta insieme finché morte non separi? (N.b: Uso il termine pregiudizio non nella sua carica valoriale negativa, ma nel senso etimologico di certezza preventiva) Rotture che diventano trame di altre relazioni, magari più incerte e meno durature delle precedenti, in una reiterazione che non trova un cardine fisso?

La narrazione dell’amore fatta dalle fiction, ovvero dal vero romanzo popolare contemporaneo, è, soprattutto, una storia di relazioni liquide, segno di un tempo che si ritiene molto avanzato (e che per moltissimi aspetti lo è), ma che sul piano dei sentimenti che costruiscono il mondo, resta in mezzo al guado.

Darei per certo che, tutto questo, viene pagato caro soprattutto dalle donne.

Un prezzo imparagonabile a quello pagato, nel tempo, per matrimoni e maternità socialmente imposte. Ma si tratta di meno di mezzo secolo di contro a millenni.

Ma così come siamo messe (e messi), soprattutto in prospettiva, non mi sembra tanto bello.

Nessun commento:

Posta un commento