martedì 13 giugno 2017

Dall'Altra Galassia al nuovo Salone del Libro di Napoli






Sono stata ad ascoltare Antonio Manzini all’Altra Galassia, bella iniziativa ormai in atto a anni, al monastero delle Trentatré (sabato 10 giugno).

A me piace (anche in versione televisiva) il suo Rocco Schiavone, il vicequestore romano finito in Val d’Aosta (ma, da qualche parte nei suoi libri c’è scritto ch’era la penultima scelta punitiva nei suoi confronti, l’ultima sarebbe stata la Calabria: e a me non sarebbe dispiaciuto vederlo in azione a casa mia), ho amato molto Orfani bianchi e ho scoperto dalla sua lettura da attore un delizioso raccontino su scrittori ed editori, Sull’orlo del precipizio.

È stato un po’, per me, il buon inizio, delle presentazioni estive di libri qualunque sia la formula).
(Con un’osservazione a margine: come m’era già capitato, negli anni scorsi, ho avuto motivo di chiedermi perché non si sia in grado, neppure di fronte ad un pubblico che comprende alcune suore di clausura del monastero, di tener fuori dal parlato espressioni che, seppure in uso, hanno più del cafone che dell’elegante).

Durante la lunga stagione invernale (quella che va da settembre a fine maggio, seguendo un po’ l’anno scolastico), di presentazioni ne ho viste molte. Almeno due da sottolineare.




La prima è la performance teatrale di Alessandro D’Avenia (teatro Diana, 18 aprile) imperniata sul suo ultimo libro L’arte di essere fragile, con un folto ed entusiasta pubblico in larga parte di giovanissimi. In versione di prof in classe con gli allievi, il racconto orale di D’Avenia (che nello scritto risulta interessante ma letterariamente non altissimo) si esalta coinvolgendo fortemente chi ha la fortuna di parteciparvi: se ne esce grati, con gli occhi umidi e il cuore dilatato, come se le notti illuminate dalla luna cantate da Leopardi fossero davvero il cielo che stai respirando, in pienezza e libertà.



La seconda è la gara tra Viola Ardone, Antonio Menna e Massimo Galluppi, presentati da Angelo Petrella (Palazzo Marigliano, 19 maggio), impegnati a sostenere un personaggio e il libro (l’opera) di cui è protagonista. È stato bello ascoltare Viola Ardone parlare di Filumena Marturano, Antonio Menna dell’Eleonora Fonseca Pimentel delineata da Salvatore Striano ne Il resto di niente e Massimo Galluppi di Carlo Bousier personaggio principale di Ferito a morte di Raffaele La Capria. Un bel modo per rivisitare testi napoletani ormai classici, facendo venir voglia di tornare a dargli uno sguardo o, nel caso, a leggerli.



Ma va ricordata anche l’iniziativa di Diego Guida, che ha presentato (Gambrinus, 24 maggio; padrino d’eccezione: Maurizio de Giovanni), il nuovo Salone del Libro a Napoli, la prossima primavera.

Per Napoli, che ha un numero elevato d’autori di fama nazionale (e alcuni che superano ampiamente i nostri confini), nessuna casa editrice di equivalente respiro e un numero di lettori molto basso (soprattutto considerando che la città ha ben 5 Università) potrebbe diventare l'appuntamento del 2018.

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