sabato 11 novembre 2017

Il ragazzo e la sua canzone




 
Nisida, arcobaleno

M’era già capitato qualche ragazzo calabrese, a Nisida. 

Ma è la prima volta che un ragazzo, nato nella mia terra (che ha lasciato da bambino), dopo avermi raccontato un po’ della sua vita (reati tanti e gravi; anni da passare in carcere molti) mi canta una delle canzoni che ha, mi spiega, scritto in dialetto calabrese. 

Sembra una ballata popolare, una ninna nanna antica. Se penso a come mi cantava mia nonna, mi viene da piangere.

La sua canzone parla d’Aspromonte, di notte scura e di lungo cammino.

La sua voce, profonda e dolce, risuona nell’aula ormai vuota (erano una ventina a scrivere d’amore, ora siamo solo lui ed io) con echi da Nabucco. 

Nudo struggimento per tutto ciò che non ha mai davvero avuto: una casa, una famiglia, un’infanzia felice. Ma senza pietismi.

Ho un po’ di depressione ma voglio guardare avanti. 

La memoria, o il suo sogno, come filo lieve del futuro.

Nessun commento:

Posta un commento